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ORISTANO... aintru de su coru !!!
lisolano1 Storia in breve di Oristano!!
La città di Oristano è stata fondata nel 1070, quando in seguito alle continue incursioni dei Saraceni, gli abitanti di Tharros dovettero abbandonare la gloriosa città per spostarsi verso l'interno del territorio.
Il trasferimento, avvenuto per decisione del Re Orzoco de Zori, comportò anche il trasporto di gran parte di materiale costruttivo per le nuove abitazioni, per lo più blocchi di arenaria, così che l'avvenimento viene ricordato con l'espressione "portant de Tharros sa perda a carros", (portano da Tharros la pietra a carrettate). La nuova città venne chiamata Maristanis o Aristanis (fra gli stagni), perchè è circondata da zone lagunari.
La città di Aristanis, chiamata "Portu" o "Lacus" (termine che indicava il circuito interno alle mura cittadine), era governata da un comandante, judex provinciae, da cui provviene il termine "Giudice", che già durante il periodo di dominazione bizantina (534 d.C.), indicava i governanti delle varie suddivisioni territoriali.
Oristano, nel periodo medioevale, all'esterno del "Portu" era formata da cinque sobborghi: "sa Maddalena" (la Maddalena), "su Brugu" (Nono), "Pontixeddu" (Ponticello), "Santu Lazzaru" (San Lazzaro), e infine il sobborgo "is Crogioaxus" (Vasai).
Nel XII°, ebbe inizio una grande fase di urbanizzazione, con la costruzione di edifici in stile romanico, come la Cattedrale di Santa Giusta, e successivamente in stile gotico al quale risalgono le mura e le torri di Oristano.
Tra il XIII° e il XV° secolo, caduto il dominio Bizantino, in Sardegna si formarono quattro Giudicati: "Calari" (Cagliari), "Torres" (Sassari), "Gallura" (Tempio), e "Arborea" (Oristano).
Oristano divenne capitale del Giudicato d'Arborea, ed ebbe il suo suo massimo splendore nel periodo di governo di Mariano IV° e della figlia Eleonora d'Arborea, durante i quali la città controllava quasi tutta la Sardegna ad eccezzione di Cagliari e Alghero.
Eleonora d'Arborea è una delle più significative figure femminili della storia italiana. Figlia di Mariano IV°, visse tra il 1340 e il 1404, divenne sposa del genovese Brancaleone Doria e fu Giudicessa d'Arborea dal 1383 fino alla sua morte.
Condottiera di grande spessore, contrastò tenacemente i tentativi degli spagnoli di conquistare l'Isola, ma la sua fama è legata alla promulgazione della "Carta de Logu", un codice delle Leggi che rappresenta la sintesi di un'idea di Stato certamente "sardo" ma con evidenti influssi di derivazione romana.
La "Carta de Logu", in tre codici (civile, penale e rurale) comprende 198 capitoli che poneva particolare attenzione alla famiglia, alla condizione della donna, al territorio e all'ambiente, all'istituzione di princìpi giuridici moderni con la pluralità di gradi di giudizio. Una istituzione veramente innovativa, tant'è che, rimase in vigore fino all'emanazione del codice di Carlo Felice nel 1817.
Con la sconfitta di Macomer del 1478, iniziò il periodo dell'incontrastato dominio spagnolo, che unito alle continue epidemie di peste e scorrerie piratesche portò l'Isola ad un inevitabile declino.
A questo periodo, viena fatta risalire l'origine della Sartiglia che, con la tradizione spagnola, ha tante affinità. Oristano alla fine del 1600 divenne l'ultima fra le città regie della Sardegna e neppure con l'avvento dei Savoia (1718) in seguito al trattato di Londra, la situazione migliorò e la città, privata delle funzioni amministrative, venne lasciata all'abbandono totale.
Nel periodo giudicale l'assetto urbanistico era di carattere medioevale, con le case disposte in modo compatto all'interno delle mura, con le caratteristiche strade strette e tortuose e le piccole piazze. Le case della gente povera erano basse e costruite con mattone cotto (ladiri), con orti e giardini retrostanti, mentre le case borghesi erano più appariscenti e signorili.
Il centro amministrativo si trovava nei pressi della "Porta Mare", (nella piazza Manno, ora demolita) mentre il centro commerciale si era sviluppato nei pressi la "Porta Pontis", o "Porta Manna" (nella attuale piazza Roma).
Questo assetto urbanistico rimase intatto fino alla seconda metà del XIX° secolo quando furono apportati radicali cambiamenti, come la trasformazione delle strette viuzze del centro storico nell'attuale conformazione di corso Umberto, della piazza Eleonora e di altre vie e piazze attigue.
Ulteriori ampliamenti proseguirono all'inizio del XX° secolo, con l'abbattimento della torre della "Porta Mare" (detta anche torre di san Filippo, gemella della torre di San Cristoforo di Mariano II° sita nella piazza Roma) e delle mura attigue e con la realizzazione della piazzetta Corrias
Il trasferimento, avvenuto per decisione del Re Orzoco de Zori, comportò anche il trasporto di gran parte di materiale costruttivo per le nuove abitazioni, per lo più blocchi di arenaria, così che l'avvenimento viene ricordato con l'espressione "portant de Tharros sa perda a carros", (portano da Tharros la pietra a carrettate). La nuova città venne chiamata Maristanis o Aristanis (fra gli stagni), perchè è circondata da zone lagunari.
La città di Aristanis, chiamata "Portu" o "Lacus" (termine che indicava il circuito interno alle mura cittadine), era governata da un comandante, judex provinciae, da cui provviene il termine "Giudice", che già durante il periodo di dominazione bizantina (534 d.C.), indicava i governanti delle varie suddivisioni territoriali.
Oristano, nel periodo medioevale, all'esterno del "Portu" era formata da cinque sobborghi: "sa Maddalena" (la Maddalena), "su Brugu" (Nono), "Pontixeddu" (Ponticello), "Santu Lazzaru" (San Lazzaro), e infine il sobborgo "is Crogioaxus" (Vasai).
Nel XII°, ebbe inizio una grande fase di urbanizzazione, con la costruzione di edifici in stile romanico, come la Cattedrale di Santa Giusta, e successivamente in stile gotico al quale risalgono le mura e le torri di Oristano.
Tra il XIII° e il XV° secolo, caduto il dominio Bizantino, in Sardegna si formarono quattro Giudicati: "Calari" (Cagliari), "Torres" (Sassari), "Gallura" (Tempio), e "Arborea" (Oristano).
Oristano divenne capitale del Giudicato d'Arborea, ed ebbe il suo suo massimo splendore nel periodo di governo di Mariano IV° e della figlia Eleonora d'Arborea, durante i quali la città controllava quasi tutta la Sardegna ad eccezzione di Cagliari e Alghero.
Eleonora d'Arborea è una delle più significative figure femminili della storia italiana. Figlia di Mariano IV°, visse tra il 1340 e il 1404, divenne sposa del genovese Brancaleone Doria e fu Giudicessa d'Arborea dal 1383 fino alla sua morte.
Condottiera di grande spessore, contrastò tenacemente i tentativi degli spagnoli di conquistare l'Isola, ma la sua fama è legata alla promulgazione della "Carta de Logu", un codice delle Leggi che rappresenta la sintesi di un'idea di Stato certamente "sardo" ma con evidenti influssi di derivazione romana.
La "Carta de Logu", in tre codici (civile, penale e rurale) comprende 198 capitoli che poneva particolare attenzione alla famiglia, alla condizione della donna, al territorio e all'ambiente, all'istituzione di princìpi giuridici moderni con la pluralità di gradi di giudizio. Una istituzione veramente innovativa, tant'è che, rimase in vigore fino all'emanazione del codice di Carlo Felice nel 1817.
Con la sconfitta di Macomer del 1478, iniziò il periodo dell'incontrastato dominio spagnolo, che unito alle continue epidemie di peste e scorrerie piratesche portò l'Isola ad un inevitabile declino.
A questo periodo, viena fatta risalire l'origine della Sartiglia che, con la tradizione spagnola, ha tante affinità. Oristano alla fine del 1600 divenne l'ultima fra le città regie della Sardegna e neppure con l'avvento dei Savoia (1718) in seguito al trattato di Londra, la situazione migliorò e la città, privata delle funzioni amministrative, venne lasciata all'abbandono totale.
Nel periodo giudicale l'assetto urbanistico era di carattere medioevale, con le case disposte in modo compatto all'interno delle mura, con le caratteristiche strade strette e tortuose e le piccole piazze. Le case della gente povera erano basse e costruite con mattone cotto (ladiri), con orti e giardini retrostanti, mentre le case borghesi erano più appariscenti e signorili.
Il centro amministrativo si trovava nei pressi della "Porta Mare", (nella piazza Manno, ora demolita) mentre il centro commerciale si era sviluppato nei pressi la "Porta Pontis", o "Porta Manna" (nella attuale piazza Roma).
Questo assetto urbanistico rimase intatto fino alla seconda metà del XIX° secolo quando furono apportati radicali cambiamenti, come la trasformazione delle strette viuzze del centro storico nell'attuale conformazione di corso Umberto, della piazza Eleonora e di altre vie e piazze attigue.
Ulteriori ampliamenti proseguirono all'inizio del XX° secolo, con l'abbattimento della torre della "Porta Mare" (detta anche torre di san Filippo, gemella della torre di San Cristoforo di Mariano II° sita nella piazza Roma) e delle mura attigue e con la realizzazione della piazzetta Corrias
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Oristano nel "900" Oristano nel Novecento Oristano è, ed è sempre stata una cittadina accogliente e molto ospitale, che brulicava di gente in un frenetico viavai di carri trainati da animali finemente bardati, con le sonagliere dalla inconfondibile musicalità.
Nella piazza Roma, fulcro della vita cittadina, faceva bella mostra di se il mercato civico, sempre stracolmo di prodotti locali ed affollato sia da donnette contadine che da eleganti signore borghesi. |
Oristano nel "900"Un pò dappertutto, si trovavano is stazzus, le famose rivendite vernaccia dove la gente si accalcava per gustare la pregiata bevanda oristanese; i piccoli negozi alimentari con i sacchi di juta straripanti di cereali; le drogherie per le spezie e le botteghe di cordami; le fucine dei figoli con le brocche messe in mostra lungo il marciapiede; e poi le rivendite di carbone, le officine dei fabbri e dei maniscalchi che accudivano alla ferratura degli animali e la riparazione dei carri rurali; le chiassose rivendite ambulanti di prodotti ittici; i venditori di stuoie palustri e di ceste di canna. A primavera, poi, le strade erano invase dai gelatai con i loro caratteristici tricicli bianchi a pedale e i venditori di utensili di legno che, dai monti del nuorese, portavano i loro prodotti all'interno di enormi bisacce. |
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Oristano ...moderna!!Oristano, dal 1975 capoluogo di provincia, si è sviluppata, partendo dal centro storico, a forma radiocentrica con direttrici distese per punti cardinali.
L'urbanizzazione si è estesa prevalentemente con case elevate a uno o due piani, spesso con cortile retrostante. Con la realizzazione di quartieri nuovi, sono stati edificati anche costruzioni a diversi piani come il complesso dei palazzi SAIA. Via via nel tempo, sono nati i vari quartieri di cui i principali sono: "Città Giardino", "Sa Rodia", "Sacro Cuore", "San Nicola", "Torangius" e "Cuccuru 'e Portu". |
SA' SARTIGLIA
La manifestazione più importante è la Sartiglia: giostra equestre di origine medievale, eredità lasciata dalla dominazione catalana, che si tiene l'ultima domenica e l'ultimo martedì di carnevale. È corsa dai due gremi più antichi di Oristano: il gremio dei contadini, che corre la domenica; il gremio dei falegnami che corre il martedì. Il capo-corsa è "Su Componidori", lo accompagna il secondo "Su Secundu", il terzo "Su Terzu Cumpoi" e un certo numero di cavalieri. Partecipano alla sartiglia 40 pariglie, scelte tramite selezioni, per un totale di 120 cavalieri.
( video inserito nel contesto del tema ma non creato da lisolano1.)
( video inserito nel contesto del tema ma non creato da lisolano1.)
SA'SARTIGLIALa particolarità di "Su Componidori" è che dal momento in cui gli viene apposta sul viso la tradizionale maschera non potrà assolutamente più toccare terra fino al termine della manifestazione, che si concluderà circa 6/7 ore dopo; tradizione vuole che una sua eventuale caduta da cavallo porti a una annata di carestia e sciagure in genere. Ciascun cavaliere prende la rincorsa lungo la via Duomo "seu de Santa Maria" e tenta di raggiungere con la spada una stella appesa ad un nastro, posto a circa metà del percorso. Tradizione vuole che maggiore sia il numero delle stelle conquistato, migliore sarebbe l'auspicio della fortuna, la fertilità dei campi nel nuovo anno. A fine corsa, "Su Componidori" benedice la folla con un mazzolino di viole "Sa Pippia de Maiu". Dopo la Sartiglia si corre la "Pariglia", lungo "s'arruga de Santu Sebastianu" l'attuale via Mazzini. I cavalieri, in questo caso corrono a tre per volta, combinandosi in varie figure, con temerarie acrobazie, in piedi sulle groppe degli animali e in vari altri modi, formando triadi, si esibiscono in evoluzioni sui cavalli in corsa. |
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il mare nostro e' dintorni .....
Oristano con la sua meravigliosa provincia......
Ancora antichi ricordi......
La cara vecchia Torre Grande....per alcuni ...Gran Torre ..per altri ..Turri Manna!!!......poi al pontile!!
Un po di musica??..... da..lisolano1
Ancora... ed ancora ricordi Oristanesi....
la mia isola... la SARDEGNA!!
Quando DIO creo' la terra ,venne poi nella nostra isola per riposare un po'.....
....con gli anni noi ci abbiamo messo del nostro con le nostre antiche tradizioni.... ma DIO mio...il tuo tocco poi ci ha reso un isola veramente meravigliosa !!!
la mitologia in Sardegna....
ma torniamo alle bellezze della nostra Sardegna...
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